jeudi 8 janvier 2009

La visione pasoliniana dell’orestiade

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« Voi tutti conoscete la trama dell’Orestiade di Eschylo, la ripeto qui in poche parole e diro soltanto i fatti : Siamo ad Argo la citta di qui era Agamennone che sta per tornare da Troia dove è andato a combattere. Sua moglie Clytennestra lo aspetta ma è inamorata di un’altro uomo, di Eggisto. E lo aspetta dunque con l’intenzione di eliminarlo di ucciderlo. Agamennone ritorna col suo esercito, lacero, stanco, distrutto nella sua citta e Clitennestra con un inganno lo uccide.
Inutilmente, Cassandra, la schiava che Agamennone aveva portato con se da Troia, profetiza questo atroce omicidio. Agamennone e Clitennestra hanno due figli, Oreste e Elettra. Elettra è presente al delitto. Oreste, invece è lontano dalla patria. Ma quando diventa giovane, quando ha 20 anni, ritorna ad Argo, incontra di nascosto Elettra sulla tomba del padre Agamennone e insieme decidono di vendicarsi.
Oreste si presenta sotto altre spoglie alla corte di Argo e con un inganno uccide ferocemente sua madre Clitennestra.
Ma non appena uccide sua madre ecco che si presentano di fronte a lui Le Furie, le Erinni, le dee del terrore archaico ancestrale. Oreste fugge ma lo protegge il dio Apollo. Il dio Apollo lo consiglia di rivolgersi alla dea Atena che è la dea della democrazia e della ragione, cioè della nuova città di Atene.
La dea Atena decide di aiutare Oreste, ma non di aiutarlo diciamo cosi dall’alto come dea, vuole aiutarlo facendolo giudicare dagli altri uomini, istituisce cosi il primo tribunale umano. Questo tribunale umano, della democrazia e della ragione assolve Oreste.
Le Furie vengono trasformate dalla dea Atena, da dee del terrore ancestrale in dee diciamo cosi dei sogni e dell’ irrazionale che permane accanto alla democrazia razionale del nuovo Stato.»

P. P. Pasolini
Estratto del documentario Appunti per un Orestiade africana

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